Cippo Carpegna: la salita nella storia del Ciclismo

<p>Nell’anno in cui si ricordò il decimo anniversario dalla scomparsa del “Pirata” non poteva che essere <strong>la salita del Cippo Carpegna</strong> ad ospitare il GPM del Giro d’Italia 2014. </p> <p>Queste montagne, che nulla hanno da invidiare ai paesaggi delle Dolomiti, sono d’ispirazione per provare ad emulare chi, nel corso della storia del ciclismo, ha reso grande <strong>la salita del Cippo Carpegna</strong>. Tanto per citare alcuni nomi basti pensare al trio Mercks, Fuent ed il precedente campione Jimenez. Senza dimenticare naturalmente il mito di <strong>Marco Pantani </strong>che avvolge questi versanti. Così la tappa pesarese del 2014 attraversò i monti al confine tra Marche e Romagna, intrigandosi in un contorto percorso disegnato ad opera d’arte per toccare ogni angolo del <strong><a href="https://www.visitmontefeltro.it/localita/parco-sasso-simone-e-simoncello/">Parco Interregionale del Sasso Simone e Simoncello</a> </strong>e del Montefeltro. </p> <p>La partenza avvenne a Foligno, proseguì sulla ripida <strong>salita del Cippo</strong>, per arrivare, dopo 174Km, nella località di Montecopiolo. Da qui iniziò l’ascesa al traguardo del Giro d’Italia 2014 sull<strong>’Eremo di Montecopiolo, sul Monte Carpegna.</strong><br></p> <h3 class="wp-block-heading">LE SFIDE SULLA SALITA DEL CIPPO DI CARPEGNA</h3> <h4 class="wp-block-heading">29 Maggio 1969</h4> <p>Il primo anno in cui il Giro d’Italia attraversò il Carpegna fu proprio nel 1969, nella tappa Senigallia-San Marino di 185km. La giornata iniziò male, con il tempo cupo ed un incidente, senza gravi conseguenze, che ritardò la partenza di qualche minuto. Le temperature alte e il tasso di umidità elevato resero il percorso ancora più aspro. Al <strong>Passo della Cantoniera di Carpegna</strong>, il tratto più atteso dagli appassionati del ciclismo, il gruppo era ancora unito e il pensiero era più al bisogno di rifornirsi d’acqua che al tentare la volata per staccare gli avversari; iniziata la ripida salita, che porta in cima al Monte Carpegna, ci fu un primo scatto dello scalatore spagnolo Julio Jimenez che passò la cima con un vantaggio di quasi trenta secondi. Il gruppo però tornò presto compatto nella discesa dal <strong>Cippo</strong>. Mentre &#8220;gli scalatori&#8221; si preparavano per la rampicata nella Repubblica del Titano, dove protagonista fu Eddy Merckx, che riuscì, nonostante avesse forato, nella conquistare della maglia rosa, il vincitore di tappa fu l’italiano Franco Bitossi.<br></p> <h4 class="wp-block-heading">27 Maggio 1973</h4> <p>Data scolpita nella memoria dei tifosi del pedale. Fu la prima volta che il Giro d’Italia fece tappa sulla montagna dell’appennino marchigiano. Ad oggi la si può considerare l’inizio del mito di <strong>Carpegna</strong> nel ciclismo. Era l’anno d’oro del grande scalatore Eddy Merckx che, dopo aver conquistato numerosi premi internazionali, approdò al Giro più in forma di sempre. La tappa, da Lido delle Nazioni attraversava il Valico del Barbotto, Perticara, il <strong>Passo Cantoniera</strong> e la magia della <strong>salita del Cippo</strong> per concludersi nella cornice di una Carpegna splendente e piena di spettatori; era la prima tappa su grandi salite, proprio come avvenne per il Giro d’Italia Carpegna del 17 Maggio 2014. La sfida era accesissima soprattutto fra “il cannibale” Eddy Merckx, il grande spagnolo José Manuel Fuent e la generazione di italiani forse più forte di sempre. Nonostante l’asfalto bollente, l’atteso protagonista impose subito un ritmo di gara altissimo che solo Fuent e pochi altri riuscirono a mantenere. Fino a Pennabilli, dove gli atleti intrapresero la salita del <strong>Passo Cantoniera</strong>, nessuno ebbe il coraggio di spingere sul pedale, così Mercks affondò inseguito dal giovane Battaglin. Nel tratto in discesa che scende lungo il Cippo, “il Cannibale” stava completando, in testa, l’impresa che fece entrare Carpegna nella storia del ciclismo.</p> <p><em>Le immagini della battaglia sul Cippo, i paesaggi da sogno del Montefeltro e la spettacolare cornice di folla, furono d’ispirazione per il film la corsa in testa-documentario su Eddy Merckx</em></p> <h4 class="wp-block-heading">25 Maggio 1974</h4> <p>Una tappa di 191Km che invertì i ruoli dei protagonisti dell’anno precedente e che accompagnò la rivincita di Josè Manuel Fuente su Eddy Merckx. Lo spagnolo, stavolta in Maglia Rosa, partì da Macerata, intimorito dai possibili attacchi nelle lunghe fasi pianeggianti e collinari che precedono il durissimo finale della <strong>Tappa sul Carpegna.</strong> Nessuno però, tra gli italiani e Merckx, forse per via del freddo pomeriggio, fece la prima mossa per distaccare gli avversari prima della scalata. Fatto sta, che sullo strappo di Frontino, ad una ventina di chilometri dall’arrivo, il gruppo era in attesa dell’affondo del capitano in maglia rosa. Proprio ciò che aspettava l’oceanica folla presente fra Carpegna e la <strong>salita del Cippo</strong>. Il primo attacco di Fuente avvenne subito dopo il primo chilometro di salita. Con lui rimasero Merckx e gli italiani Battaglin e Tino Conti, ma poco prima di metà, lo spagnolo accelerò di nuovo in volata. Al suo inseguimento il solo “<em>Cannibale</em>“, non al pieno delle forze. Il <strong>Giro d’Italia Carpegna</strong> sul Cippo, avvolto nella nebbia e con la strada stretta e densa di spettatori, favorì il gioco sporco della <em>“compagnia della spinta”</em> che, di fatto, rese la scalata una pagina ingiusta, o poco credibile del ciclismo. Fino alla cima del monte, prima di scendere sui ripidi tornanti verso il traguardo di Carpegna, i due protagonisti fecero comunque una corsa “pulita”. I circa 10 chilometri di discesa, furono all’insegna della prudenza, per via delle cattive condizioni metereologiche, che però non impedirono al solitario Fuente, di prendersi una clamorosa rivincita sul belga chiudendo con un distacco di 1’05”.</p> <h4 class="wp-block-heading">21 maggio 2008</h4> <p>Nonostante l’assenza per ben sette anni del passaggio della carovana rosa, rimasero aloni di fascino e leggenda attorno a questi luoghi. Il Giro d’Italia Carpegna tornò nel 2008, con un passaggio sulla salita del Cippo, nella tappa Urbania-Cesena di 199 km. L’occasione era soprattutto per ricordare Marco Pantani che dieci anni prima vinse <em>Giro d’Italia</em> e <em>Tour de France</em>. Purtroppo fu un anno spento fatto di molta assistenza e soprattutto meno spettacolo. Forse dovuto alla scarsa presenza di campioni.</p> <p>Il giorno del quarto Giro sul Monte Carpegna, a farla da padrona, dopo la partenza da Urbania, fu una fuga scattata al quarantaduesimo chilometro. Il gruppo dei più valorosi, arrivò in prossimità del Cippo con un vantaggio di quasi 9 minuti. La salita e il passaggio lungo la <a href="http://www.scoprirecarpegna.com/cippo-di-carpegna/">Pineta che sale fin sul <strong>Monte Carpegna</strong></a>, fu accompagnato da una fitta pioggia. Sulla cima a passare per primo fu Alessandro Bertolini, su Pablo Lastras e Tiziano Dall’Antonia. Più staccati inseguiva un secondo gruppo che però non riuscì mai a riprendere i fuggitivi. Tagliò il traguardo in testa il trentaseienne Bertolini che arrivò a Cesena conquistando il suo primo successo di tappa al Giro.<br></p> <p>La <strong>salita del Cippo</strong> è comunque entrata nella storia grazie al Pirata. Quei tornanti li conosceva a memoria e lo preparavano per entrare nella leggenda. <strong>Marco Pantani</strong>&nbsp;era legatissimo al <strong>Monte Carpegna</strong> “Lì ho iniziato a costruire le mie vittorie. Non ho bisogno prima di un Giro o di un Tour, di provare ad una ad una tutte le grandi salite. <strong>Il Carpegna mi basta” diceva il Pirata.</strong></p> <p><br></p>

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